E’ una questione aperta, quella relativa all’etimologia del nome della cittadina.Sinora molti i tentativi perchè se ne venisse e se ne venga a capo, ma non disponendo di documenti di supporto si è caduti spesso e si cade tuttora nelle illazioni e si è fatto e si fa del virtuosismo. In un servizio giornalistico apparso molti anni addietro sulla ” Tribuna Illustrata” si legge: “Girifalco deve la sua nascita alla morte di due paesi, Tochio e Carìa, distrutti dai Saraceni nell’836. Gli scampati all’incendio e al macello si rifugiarono sopra una rupe chiamata “Pietra dei Monaci”, e respinsero ogni assalto lanciando, in disperata difesa, le pietre strappate allla montagna. Furono chiamati, quei prodi, una “Sacra Falange”, e, da questo loro nome, detto in greco, venne il nome del loro nuovo nido, Girifalco.”

Anche se G. Valente afferma, pure lui, che ” venne fondato dagli abitanti di Carìa e di Tochio”, ma, “abbandonate in epoca imprecisata a causa di eventi non conosciuti”, non ci sentiamo autorizzati a rigettare sic et simpliciter l’interpretazione etimologica dell’articolista della “Tribuna.” Anzi.Dall’esame del vocabolo greco falanx, falangos – falagx, falaggos – rileviamo che il vocabolo, in quanto ad assonanza, al caso genitivo, falangos, ricorda la seconda parte del nome composto Giri-falco. Ed ancora. Ci siamo mai chiesti perchè il nostro vecchio borgo ab antico è denominato Pioppi o, meglio, Chiuppi? Il pioppo è una pianta d’alto fusto che di solito vegeta nelle zone umide o lungo gli argini dei fiumi, circostanze che non ricorrono a proposito del nostro vecchio borgo che sorge abbarbicato su un promontorio che si affaccia sulla vallata sottostante. E allora donde la denominazione Pioppi, Chiuppi ? Cosa era la falange se non un settore dell’esercito macedone costituito da una massa compatta e rigida, fitta fitta di fanti armati di sarissa, di lance? E il pioppeto cosa è se non un bosco fitto fitto di pioppi? E, aggiungiamo, con l’espressione dialettale ” na chiuppiceddha d’olivari “ cosa intendiamo indicare se non un piccolo podere fitto fitto di piante d’ulivo? Cosa è il nostro vecchio ed antico borgo se non un agglomerato fitto fitto di casupole addossate l’una sull’altra? Alla luce di tali considerazioni falange e il dialettale “Chiuppi” hanno in comune l’idea della compattezza, della foltezza, della fittezza che ciascuno di essi esprime. E’ pura accademia? Ce ne scusiamo con gli occasionali visitatori del nostro sito e cerchiamo di avviare il discorso su un piano più realistico.

Innanzi tutto, anche se en passant, qualche considerazione su questo uccello, il falco. E’ un rapace che nidifica fra le rocce o negli anfratti dei burroni, vola alto nel cielo con larghi giri – donde il nome Girifalco!?!? – finchè avvistata la preda piomba velocissimo su di essa. Per questo tipo di rapaci quale migliore habitat della rupe della Pietra dei Monaci con i suoi anfratti idonei alla cova e sovrastante su di una vallata non certo avara del cibo da essi preferito, topi, rettili, pipistrelli, pulcini, carogne, ecc.!L’opinione comune è che il nome derivi dal girovagare di un falco intorno all’abitato, tesi supportata da studiosi che si sono interessati  della etimologia della denominazione della cittadina. Il Rohlfs nel suo dizionario dà per scontato che il paese abbia preso il nome dall’uccello girifalco. Il Rev.mo Arciprete Don Francesco Palaia, di cara memoria, in un suo studio arrivatoci in veste dattiloscritta, a proposito scrive “…sorse l’attuale Paese al cui nome – Girifalco – sembrerebbe accennare il falco che si vede spaziare nell’azzurro su le torri del suo stemma.” Giovanni Alessio ci rimanda, invece,  ad un Kurios-Falcos, Dominus Falcus, ma il suo Kurios-Falcos è un presbitero in agro civitatis Nohae ( Nova Siri in Basilicata), parte contraente in un rogito del 1118. Quindi, l’Alessio non andrebbe oltre il meritevole tentativo di una soluzione etimologica. Alla tesi che il rapace abbia a che fare con la denominazione della cittadina attinge il Lear, uno scrittore e viaggiatore inglese, che percorse a piedi il Sud d’Italia: “Arrivai ad una città di campagna chiamata con il delizioso nome di Girifalco…probabilmente se uno potesse scavare nella sua storia, potrebbe trovare che il nome arrivi ai Normanni o probabilmente al più grande dei falconieri, Federico II.”

Per il sovrano svevo Girifalco, in posizione centrale sull’Istmo di Catanzaro, poteva costituire una postazione strategica, dall’alto di Monte Covello si scorge l’uno e l’altro mare e, quindi, una guarnigione vi sarebbe andata più che bene. Non dobbiamo ignorare che un pezzo dell’artiglieria antica si chiamava, appunto, Girifalco e a Massamarittima nel mese di agosto si disputa ancora il palio di Girifalco, cioè della balestra. Ed ancora. La chiave della soluzione potrebbe essere ricercata nell’ambiente di corte del sovrano di Sicilia. Allora era in voga la caccia con il falco e vi erano i falconieri, ufficiali di corte preposti all’allevamento dei falconi e alla direzione delle battute di caccia. Niente di più facile che un falconiere, kurios Falcos/Dominus Falcus,  risiedesse da queste parti.

La zona di Girifalco, infatti,  in determinati periodi dell’anno costituisce passaggio obbligato di questi uccelli e alcune guide turistiche  presentano la cittadina come il paese di questi particolari “adorni”. Lo storico calabrese Gabriele Barrio (1506-1577) definì Girifalco luogo adatto all’uccellagione di fagiani, starne e coturnici. L’aucapio, si sa, era praticata con l’ausilio dei falchi, rapaci un tempo presenti negli anfratti della “Pietra dei Monaci”. Da qui siamo indotti ad azzardare una soluzione etimologica , tutta nostra!, secondo la quale la denominazione della nostra cittadina, Girifalco, sta per PAESE dei FALCHI, cwra -paese- + ierakos -falco-, e da ‘horaierakos, attraverso un processo di trasformazioni, si è arrivati a Girifalco.Sono nostre supposizioni, considerazioni non sorrette da documentazioni.E’ fare, in verità, pura letteratura senza ottenere alcunchè di concreto e venire a capo di cosa.

Non solamente Girifalco porta raffigurato un uccello nel suo stemma, per citarne qualcuna, Gerace porta uno sparviero rampante in campo aperto, Aieta ha nello stemma un’aquila, e i loro nomi ricordano gli uccelli raffigurati nei rispettivi stemmi. Aieta, infatti, ci rimanda al greco aetos aetos, l’aquila, un tempo presente nell ‘antico centro abitato. A proposito dello stemma civico di Gerace si narra una leggenda molto simile a quella che ci viene tramandata per lo stemma del nostro paese, secondo la quale un falco girovagasse senza posa su in alto nel cielo del nostro vecchio ed antico centro abitato. Vincenzo Cataldo, infatti, così scrive: ” La leggenda, e si sa che sovente queste hanno uno spessore realistico, narra che dopo la tremenda incursione araba del 915, i superstiti Locresi seguìto il volo di uno sparviero posatosi sopra il massiccio roccioso, abbiano fondato, o meglio rinforzata una nuova munita cellula urbana che meglio si prestava ad essere difesa…L’ipotesi più affascinante fa derivare il nome della città da hierax, rapace che nidificava abbondantemente su questa altura.” Il parallelismo tra le due leggende è evidente.

Il Tommaseo alla voce Girifalco così recita: ” la prima parte del vocabolo può essere il greco ierax che vuol dire sparviero, falco”. Avremmo così la ripetizione dello stesso termine nelle due lingue morte, greca e latina,  come per Linguaglossa, il grosso centro dell’entroterra catanese. La tesi potrebbe trovare giustificazione nel processo di latinizzazione della Diocesi di Squillace promosso nell’undicesimo secolo dal Conte Ruggero, nella prima parte del nome gli echi della civiltà greca-bizantina, nella seconda parte, con il tardo latino falcus, l’incipiente civiltà latina.

Secondo noi Girifalco non è un vocabolo o nome composto che racchiude in sè un particolare significato ancora da svelare. E’ il nome, sempre a nostro avviso, del rapace del quale la rupe sulla quale si rifugiarono gli abitanti di Tochio e di Carìa costituiva un habitat ideale. Girifalco, come vocabolo, non è nato con il  sorgere del nostro paese, ma è anteriore alla nascita della nostra cittadina che ha assunto tale nome dal rapace che già nidificava negli anfratti della rupe della Pietra dei Monaci. Da una consultazione avviata su vari dizionari ci è risultato che con tale nome, Girifalco, da tempo immemorabile vengono indicati questi particolari “adorni”,Gerfalc e Girfalt (francese antico ) e Gerfaut ( francese moderno ), gir (avvoltoio)+ falko ( tedesco antico ), Geirfalki ( antico scandinavo ).

Il toponimo Girifalco, inoltre, è presente in varie parti della penisola italiana, a Cortona in provincia di Siena, ad Avezzano in provincia dell’Aquila e a Ginosa in Puglia. Cortona è dominata dalla Fortezza di Girifalco ” arroccata come un astore – uccello dal quale appunto sembra derivi il nome di Girifalco o Girfalco – sulla ” punta di monte più isolata da ogni parte” del pendio che domina la sottostante città di Cortona, la Fortezza si eleva a quota 651 m.s.l.m. proprio sopra il santuario di Santa Margherita, in un’area le cui vicende si sono succedute dall’età etrusco-romana fino ad oggi.” E’ una imponente costruzione poligonale che abbiamo avuto l’occasione di ammirare.

Fortezza Medicea di Girifalco (1549-1556)

Nel territorio di Avezzano sorge Monte Girifalco e il relativo valico. Anche nel centro della provincia dell’Aquila, al pari di noi, sono impegnati nella soluzione etimologica per quanto riguarda la denominazione della loro montagna. Nell’entroterra di Ginosa si trova la contrada Girifalco, una volta feudo della Principessa Maria Cristina d’Austria. Gli storici fanno derivare la denominazione del luogo dal rapace che nel passato volteggiava sulla zona.

Girifalco è stato innalzato a comune durante il decennio francese con decreto istitutivo dei comuni del 4 maggio 1811 e nel suo stemma-distintivo è stata accolta la leggenda dalla quale si è fatta derivare la denominazione del paese. Il Valente contrariamente a quanto appare nell’attuale stemma ufficiale nel quale sono raffigurate tre torri ci propone uno stemma con una sola torre sormontata da un falco. Con la “Legge n° 360 del dì I° Maggio 1816 portante la circoscrizione amministrativa delle provincie del Regno di Napoli” Girifalco venne incluso nel Circondario di Borgia e contava 3262 abitanti.

OPERA SCULTOREA DEL CAV. ANTONIO FODARO

OPERA SCULTOREA DEL CAV. ANTONIO FODARO

STEMMA-DISTINTIVO DEL COMUNE DI GIRIFALCO

STEMMA-DISTINTIVO DEL COMUNE DI GIRIFALCO

Pubblicazioni consultate

  • “La Tribuna Illustrata” del 07-02-1937.
  • Progetto di Educazione Ambientale: Girifalco, territorio da leggere Anno S.co 1995/96.
  • G. Alessio, Saggio di toponomastica calabrese.
  • Lear, Diario di un viaggio a piedi.
  • G. Barrio, De Antiquitate et De Situ Calabriae.
  • V. Cataldo, GERACE Arti Grafiche.
  • Eleonora Sandrelli, CORTONA La Fortezza di Girifalco Aion Cortona.
  • ACI 1988, Catanzaro, La Provincia del Sole.
  • Don Francesco Palaia, Parrocchialità della Chiesa di San Rocco.
  • G. Valente, La Calabria nella legislazione borbonica.
  • G. Valente, Dizionario dei Luoghi della Calabria.
  • G. Gemoll, Vocabolario Greco-Italiano.
  • Schenki e Brunetti, Dizionario Greco-Italiano-Greco.
  • G. Rohlfs, Dizionario Dialettale della Calabria.
  • G. Rohlfs, Dizionario Toponomastico della Calabria.
  • N. Tommaseo, Dizionario della Lingua Italiana.
  • N. Zingarelli, Vocabolario della Lingua Italiana.
  • Cerruti e Rostagno, Vocabolario della Lingua Italiana.
  • Il Novissimo GHIOTTI, Vocabolario Francese-Italiano-Francese.
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