Nel passato la Chiesa era solita concedere ad alcune famiglie l’indultum oratorii privati, cioè l’autorizzazione a istituire, ciascuna nella propria abitazione, un oratorio privato. Il concessionario, dunque, da buon cristiano, attendeva in casa propria sua sponte et suo commodo, alle pratiche religiose come se si fosse recato o trovato in chiesa. Ed ancora, non era raro il caso che nelle chiese, alle nobiltà locali, fosse riservata una posizione privilegiata. A Girifalco, infatti, sotto le due arcate che precedono l’abside nell’ex chiesa dei Padri Predicatori di San Domenico, ora Parrocchia di Santa Maria delle Nevi, vi erano due palchetti o matronei dai quali gli Ottimati del luogo potevano assistere indisturbati alle funzioni religiose. In alcuni oratori privati si godevano benefici spirituali, quali le indulgenze plenarie(77976),lincentia confitendi et comunicandi (34264), licentia sumendi SS.Eucharistiam (44050). Singolare, poi, la concessione dell’oratorio a Luigi Sanseverino di Bisignano e Conte si Saponara, della cui esecuzione, essendo il principe in lite con il Vescovo, viene incaricato l’Arciprete.(34415).Una particolare attenzione alla principessa di Squillace, Lucrezia de Cardines, alla quale viene concesso l’oratorio privato perché novantenne.(33716).Dapprima i beneficiarii dell’indultum oratorii privati furono le famiglie titolate e quelle che per tradizione, censo, posizione sociale ecc. erano ritenute nobili. In seguito l’indultum fu concesso anche alle famiglie emergenti, che, pur non potendo vantare una tradizione di nobiltà, a testimonianza degli “Ordinari Diocesani” vivevano more nobilium. Però, mentre in origine la concessione (vedi i Milano num.ri 69510-69616-79129) dell’oratorio privato costituiva un privilegio riservato alla nobiltà di vecchia data e titolata, per le famiglie emergenti o, meglio dire, per i borghesi-galantuomini, veniva a rappresentare un attestato, un riconoscimento del social status raggiunto, così come oggi può rappresentare l’onorificenza conferita da un ordine cavalleresco o commendatario. Altra categoria ammessa ad usufruire dell’oratorio privato, però, in caso di infermità fu quella degli ecclesiastici. Dalla rilevazione, che siamo riusciti a fare sul “REGESTO VATICANO PER LA CALABRIA” di Padre Francesco Russo, siamo indotti adire che la Chiesa nel passato concedeva con estrema facilità l’oratorio privato. Ne abbiamo, infatti, individuati circa un migliaio riferiti ad un arco temporale che va dal 10 luglio 1617 al 17 dicembre 1861! Oggi, poi, alcune concessioni potrebbero apparire del tutto originali. Al duca di Montalto, N.V.Antonio Aragona et Moncada, perchè ammalato, fu concesso il permesso di ascoltare la Santa Messa che si celebrava nel suo oratorio, attraverso la finestra della sua camera da letto(…qui gravi infirmitate detentus, lectodecumbere cogitur, datur licentia audiendi Missam in eius oratorio,cubiculo vicino, ita ut per fenestram audire possit et ecclesiastica sacramenta sumere valeat…30885 Reg.Vat.). Analoga concessione del Vescovo di Squillace a Pasquale Grande di Torre di Ruggiero(..qui in parietedomus suae habitationis habet fenestram, ex qua in sacram aediculam
eidem domui adiacentem prospectus habet, datur licentia audiendiMissam ex dicta fenestra…76085 Op.Cit.). Non vi era uniformità di modi nell’approntare gli oratori, essendo la loro realizzazione legata a vari fattori relativi alla disponibilità di locali, di mezzi e, non ultimo, alla fastosità che gli si voleva dare. Nella maggior parte dei casi gli oratori privati consistevano in semplici altari, che a volte venivano incassati in armadi a muro così come ci è pervenuto quello dei Caracciolo di Girifalco (ora proprietà della famiglia De Vinci-Palaia).In rari casi, invece, gli oratori privati erano delle vere e proprie cappelle come quella della famiglia Benincasa di S. Giovanni in Fiore nell’omonimo palazzo,ora sede dell’Asilo Infantile, fondazione voluta ed istituita dagli eredi della predetta famiglia. I Benincasa, inoltre, si apprende da strumenti notarili, nel secolo XVIII esercitavano il jus patronatus con diritto di nominare il sacerdote sulla cappella di San Francesco Saverio nella Chiesa Parrocchiale. Sul Regesto di Padre Russo al n°76268, datato 5 dicembre 1845, è riportata la concessione dell’oratorio a beneficio di alcuni componenti della famiglia e che integralmente trascriviamo: Archiepiscopo Cusentin. Simile indultum proRosa, Ursula. Barbara, Catherina et Maria Antonia Benincasa, sororibusterrae S. Ioannis in Fiore, Cusentin dioc. Dat. Ut s. Secr. Brev. 5073,n.202. Supplica e testimoniali dell’Arciv. Pontollo. 5 nov. 1845. E’ evidente che si tratti di rinnovo dell’autorizzazione della quale i Benincasa erano già da tempo beneficiari. Concessionari dell’indultum oratorii privati furono anche i Lopez, altra famiglia sangiovannese, che nei primi decenni del secolo XIX s’imparentò con i Benincasa. I Lopez emersero tra fine settecento ed inizio ottocento divenendo, per le sostanze accumulate, notabili proprietari galantuomini (Cfr.Martucci – Le nozze di donna Michelina – Rubbettino). La posizione economica raggiunta permetteva ai Lopez di condurre un tenore di vita tale da essere annoverati fra i nobili e consentire loro la concessione dell’oratorio privato, status symbol della posizione sociale raggiunta:Vicario Capitulari ecclesiae Cusentin. Pro Fidele, Antonio, Francisco Saverio, FranciscoAntonio et Paulo Antonio Lopez, germanis fratribus, et Rachele,Seraphina, Rosa Xaveria et Catharina, eorum sororibus, ac Maria Arcuri,eorum matre, de terra S. Ioannis in Floribus, Cusentin. Dioc., qui morenobilium vivunt, indultum oratorii privati in civ. Et dioc.Cusentin. Dat.Romae, apud S. Petrum, sub anulo Pisc., die 30 Aprilis 1833, an.3°.Exponi nobis. Secr. Brev. 4859, f.513. Al f.528 la supplica; al f.529testimoniali del Vic .Cap. Del Vecchio. Le concessioni dell’indultum oratorii erano strettamente nominali, ma non era raro il caso che dei benefici spirituali godessero altre persone legate da stretti vincoli di sangue e in alcuni casi(79632) venivano estesi al personale della casa e talvolta ai lavoratori delle terre del signore…………………………………………………………………………………………………………..

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