OFFERTA DEL QUADRO DI SANTA ILLUMINATA

ALLA CHIESETTA DELL’ANNUNZIATA

Santa Illuminata finalmente ha un volto e una propria storia!

Nonostante il nome della Santa nell’onomastica locale fosse presente sin dagli inizi del 1700 e si tramandasse, particolarmente in alcune famiglie, con frequenza e regolarità da generazione in generazione, della Santa di Todi non si avevano né notizie né riferimenti iconografici.

Come è arrivato questo nome a Girifalco? Non ci è dato di sapere, si possono fare le congetture che si vogliono!

Il nome della Santa a Girifalco, particolarmente nel passato, ebbe larga diffusione.

Da nostre ricerche non risulta che il nome di Santa Illuminata sia presente nell’onomastica di altre località. E con un pizzico di orgoglio potremmo dire Santa Illuminata di Girifalco!

E a ben ragione!

Da nostre informazioni assunte presso gli Uffici Anagrafici di Todi risulta che in quella città a tutto il 2012 una sola persona portava e porta il nome della Santa!

Lo scorso 29 dicembre 2012 da una devota che porta il nome della Santa, è stato offerto alla Chiesa della SS.ma Annunziata un quadro, pittura ad olio su legno di abete, raffigurante la Santa Tudertina.

La donazione del quadro e, quindi, la benedizione dello stesso è avvenuta nel corso della celebrazione della Santa Messa officiata dal Rev. Parroco Don Antonio Ranieri.

A conclusione del Sacro Rito ai presenti è stato consegnato un cartoncino/ricordo con notizie biografiche di Santa Illuminata curato dalla devota che ha offerto il quadro, Illuminata Stranieri,e che di seguito integralmente riportiamo:

 

 

 

 

 

Le più antiche notizie su questa santa risalgono all’ XI Secolo, al 1037. Alla stessa epoca, o poco prima, risale una leggendaria biografia della Santa.

Secondo la leggenda S. Illuminata nacque a Palazzolo presso Ravenna da genitori pagani. Si chiamava Cesarea ma, convertitasi al Cristianesimo, prese il nome di Illuminata. Accusata dal padre al Prefetto di Ravenna, che a tutti i costi voleva sposarla nonostante la riluttanza della giovane, fu messa in carcere. Un angelo la liberò e la condusse sulla Via Salaria; di là proseguì verso Bettona e Martana  in Umbria dove operò molti miracoli. Fu raggiunta dai genitori che nel frattempo si erano convertiti. Il Prefetto di Martana la fece arrestare ancora una volta e, mentre era in carcere, ottenne di morire insieme con i genitori, era il 29 novembre 303. I loro corpi furono sepolti in un luogo detto Papiniano o Bagno di Papinio, a due miglia dalla città, mentre un braccio di Illuminata fu portato a Todi e conservato nel Monastero delle Milizie.

La Chiesa di Santa Illuminata sorse sul luogo, si crede, della sua sepoltura. Può darsi che per un certo periodo abbia praticato l’eremitaggio nei pressi di Todi. Viene ricordato anche un Monastero di S. Illuminata, vicino all’omonima chiesa, retto da Sant’Apollinare in Classe. La Chiesa passò al Capitolo della cattedrale di Todi e nel 1260 ebbe come Priore Benedetto Caetani, il futuro Papa Bonifacio VIII.

Ad Illuminata, oltre alla Chiesa di Todi, erano dedicate chiese anche a Montefalco, ad Alviano e nell’Abbruzzo, quest’ultima donata al monastero di Montecassino nel 1109. Illuminata figura nel Martirologio Romano al 29 novembre.

Il quadro, raffigura la Santa  con una corona  che  nelle iconografie più antiche orna simbolicamente il capo dei santi, la corona del martirio, gloria dei martiri della fede;

-con un libro nella mano sinistra che potrebbe ricordare la sua sapienza e la funzione di protettrice degli studi;

-sul lato sinistro è rappresentata una ruota, immagine della scienza cristiana unita alla santità e indica il moto dell’intelligenza e lo svolgimento della rivelazione divina;

-il ramo,poi, che stringe nella mano destra denota che si tratta di una santa martire. Di solito, infatti, i martiri, sono rappresentati con un ramo di palma, simbolo del supplizio che allude al premio della vita eterna, così come nell’antichità la palma era un simbolo di vittoria.

Il quadro è stato realizzato su legno di abete, dipinto con pittura ad olio a quattro mani da due artiste siracusane, Antonella Onorato e Irene Aceto, che hanno tenuto a modello l’opera di Antoniazzo Romano realizzata nel XV secolo e custodita a Montefalco nella Chiesa di S.Francesco.

E’sempre stato un mio desiderio avere un’iconografia  e notizie della Santa di cui porto il nome. E, avendolo realizzato, ho inteso offrire il quadro alla nostra chiesetta affinché tutte le persone che portano questo nome- nel nostro comune se ne annoverano ancora una quarantina- potessero  conoscerne la sua storia ed avere un riferimento iconografico.

Categorie: Società civile
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