1861 – 17 MARZO – 2011

 

150° ANNIVERSARIO dell’UNITA’ D’ITALIA

 

                      

17 MARZO – 2011 – FESTA NAZIONALE

 

 

Decreto-Legge 22 febbraio 2011, n. 5

 

Decreto-Legge 22 febbraio 2011, n. 5

(in GU 23 febbraio 2011, n. 44)

Disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011. (11G0045)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Visto l’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2010, n. 100, che ha dichiarato festa nazionale il giorno 17 marzo 2011, ricorrenza del 150° anniversario della proclamazione dell’Unita’ d’Italia;

Ritenuta la straordinaria necessita’ ed urgenza di assicurare la dovuta solennita’ e la massima partecipazione dei cittadini dichiarando il 17 marzo 2011 giorno festivo a tutti gli effetti civili, senza peraltro che ne derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e a carico delle imprese private;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 febbraio 2011;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri della difesa e dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca;

EMANA

il seguente decreto-legge:

Art. 1

1. Limitatamente all’anno 2011, il giorno 17 marzo e’ considerato giorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 27 maggio 1949, n. 260.

2. Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festivita’ soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia proclamata per il 17 marzo 2011.

3. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 2

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addi’ 22 febbraio 2011

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri

La Russa, Ministro della difesa

Gelmini, Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca

Visto, il Guardasigilli: Alfano

 

ECHI del RISORGIMENTO ITALIANO

a GIRIFALCO(CZ)

 

Ripromettendoci di tornare sull’argomento ci scusiamo con i visitatori del “Sito” dello schematismo che caratterizza la nostra esposizione storica.

 

 

P R O C E S S I

Riportiamo i “PROCESSI” in cui risultano implicati patrioti girifalcesi. La documentazione è stata tratta da “G. Boca, CONTRIBUTO della CALABRIA al RISORGIMENTO ITALIANO” in seguito a gentile assenso della figlia dell’Autore, dott.essa Maris.

 

   

 

PROCESSO A CARICO DI:

 

Giuseppe Autelitano di Bonaventura di anni 45, nativo di Squillace notaio in Girifalco accusato di:

1)      associazione illecita col vincolo di segreto sotto la denominazione di “Gioventù Italica e Fratellanza”organizzata per coospirare contro la sicurezza interna dello Stato per proclamare la repubblica;

2)      provocazione di reati contro lo Stato con discorsi tenuti in luogo pubblico  all’oggetto di distruggere e cambiare il Governo;

3)      reiterazione di due misfatti.

FATTI

 

Nel 1848 veniva istituita a Girifalco una società segreta sotto la denominazione di ” Gioventù Italica e Fratellanza “, ad opera di D. Francesco Magno Oliverio e D. Francesco Pristipini. Nei primi tempi si erano iscritti circa un centinaio, ma in seguito questo numero salì a circa 600 e tra gli iscritti vi era l’imputato Autelitano.

Per parteciparvi, si giurava davanti a un Crocifisso, toccando la punta di una spada. Si prometteva protezione e si coospirava contro lo Stato, col fine di distruggere e cambiare il Governo.Molti testimoni lo deposero e tra cui: Giuseppe Rosanò, Giuseppe Vaiti, Saverio Cristofaro, Rocco Romeo, D. Carlo Migliaccio, Rocco Sergi, Vincenzo Fragola ed altri.

LA GRAN CORTE

 

ha condannato Giuseppe Autelitano alla pena di 19 anni di ferri, alla multa di ducati 500, alla malleveria di ducati 100 per i successivi anni 3 ed alle spese di giudizio.

Fatto a Catanzaro il 2 gennaio 1851.

 

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PROCESSO A CARICO DI:

 

Pasquale Cristofaro fu Nicola soldato da Girifalco

accusato di:

discorsi tenuti in luogo pubblico nel fine di spargere il malcontento contro il Governo.

 

FATTO

Pasquale Cristofaro prestava servizio al I° Reggimento di linea 2° battaglione 8^ compagnia  a Napoli. Recatosi da Napoli a Girifalco in permesso, incontrò a Cortale un certo Domenico Torchia, che gli domandò del figlio. Il Cristofaro disse di conoscerlo ed anzi gli aveva portato una lettera: Si intrattennero così a parlare e fu invitato a pranzo dal detto Torchia: Pubblicamente disse che era inutile sperare il congedo, perchè dovevano andare a Roma a combattere, che forse non sarebbe ritornato dalla guerra, che il Papa se fosse stato vero Papa non doveva volere guerre e spargimento di sangue.

LA GRAN CORTE

 

ha condannato Pasquale Cristofaro alla pena di 7 mesi di prigionia, alla malleveria di ducati 100 per 3 anni ed alle spese di giudizio.

Fatto a Catanzaro il 9 aprile 1851.

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 PROCESSO A CARICO DI:

1)…

10) Francesco Pristipini fu Francesco Antonio proprietario nativo di Catanzaro domiciliato in Girifalco

11) Michele Vonella di Giuseppe da Girifalco

12) Giuseppe D’Onofrio fu Vincenzo da Girifalco

13) Gregorio Cimino da Girifalco

accusati di:

1) Francesco Pristipini …Giuseppe D’Onofrio:

associazione illecita sotto la denominazione di “SOCIETA’ SEGRETA” organizzata per coospirare contro la sicurezza interna dello Stato al fine di distruggere e cambiare il governo;

2) …Cimino, D’Onofrio e Vonella : infrazione e deformazione di statue e stemmi reali commessi per solo disprezzo e per servire al fine più criminoso di attentare alla sicurezza interna dello Stato per distruggere e cambiare il governo;

4) …Cimino, D’Onofrio , Vonella:

attentati contro la sicurezza dello Stato.

8)…Pristipini, D’Onofrio:

aver fatto parte di bande armate organizzate allo scopo di distruggere e cambiare il Governo e per resistere alle milizie spedite dal Re per comprimere la ribellione;

…12) Francesco Pristipini:

aver costretto il cancelliere comunale di Girifalco Damiani a non fare atti dipendenti dal suo ufficio;

14) Tutti:

“reiterazione di più misfatti.”

FATTI

Il veleno pestifero serpeggiava nelle Calabrie prima degli avvenimenti politici dell’anno 1848. Il motto d’ordine settario sotto il titolo di “Gioventù Italiana” veniva diffuso per ogni dove da emissari perturbatori dell’ordine pubblico quale D. Domenico Arciprete Angherà di Potenzoni, dimorante in Catanzaro, nella cui abitazione riuniva i più influenti cospiratori di ogni classe, allo scopo di cambiare la forma di governo e sovvertire l’ordine pubblico.Il di lui nipote Francesco Angherà sergente, era strumento abilissimo per disseminare idee avverse alla monarchia e come emissario dello zio arciprete percorreva questa provincia e comunicava i deliberati della setta, infiammando gli animi alla ribellione.Molti degli imputati furono da loro indotti a commettere i reati suddetti, ed a rendersi promotori della rivolta: Era questo il principio della setta evangelicanella quale prendeva parte attiva Ignazio Donato e Pristipini.

I principi della setta erano i seguenti:

1)      Scopo politico: la costituzione da riformarsi sopra basi democratiche;

2)      Scopo civile: le riunioni in parola che prendono nome di Società evangelica, si dichiara consorella, unisona, cooperante con la istallata sala Nazionale e con la Calabria patria che si sta organizzando;

3)      essa offre i suoi servigi al Paese, pronta ad accorrere con le sue persone a qualunque chiamata dell’autorità democratica;

4)      le sue riunioni, benchè precluse al pubblico, non hanno che i cennati principi ed Angherà e Donato li garentiscono al Paese.

Gli individui che in essa si ammettono, stabiliscono prima lo scrutinio ecc.

Principale opera della società era quella di ispirare amor patrio ed avversione verso il governo Borbone.

” Ai soldati calabresi che trovansi in Napoli nel fatale giorno 15 maggio 1848:

” Se in voi tanto mal distinti con l’onorevole nome di soldati rimane ancora senso d’onore e patrio sentimento, tirate un velo di obbrobbrio sulla prostituta vostra fronte; sulla vostra fronte, non sulla vostra bandiera, perchè bandiera voi più non avete, come non avete più Patria. Infrangendo i giuramenti prestati, che ambo voi le tradiste nel giorno 15 maggio, allorchè la vostra perfida mano sparse il sangue fraterno ed aggredì armata la inviolabile e sacra nazional rappresentanza, onta eterna ricuopra il soldato spergiuro che accomunò il suo braccio al mercenario straniero nella turpe opera di opprimere la patria libertà.Credevate voi forse di combattere a fianco dei figli di questa eroica e…difesero i propri diritti contro l’austriaco oppressore ed il temerario Borgognone? No; v’infiammaste ; son essi assai da quelli diversi, figli degeneri di generosa libera terra; sono vili venduti anima e sangue all’oro della tirannide, dimentichi della dignità dell’uomo si sforzano ad emulare gli istinti bruti di stupido mastino addentando l’innocente preda che efferrato padrone gli addita.

E questi voi seguiste nel combattere i prodi che le patrie fanchigie sostenevano; e questi seguiste nella strage d’inermi, di ragazzi e di deboli donne! Questi voi seguiste negli incendi e nel saccheggio, informe prezzo di sangue! Onta, onta eterna di predoni! Voi non siete più calabresi, voi non appartenete all’Italia, emulatori di Caino e di Giuda il loro destino vi è sopra e la giustizia divina vi giungerà. I traditori della Patria, la maledizione di essa e quella dei vostri padri, delle vostre madri, dei vostri parenti e dei cittadini tutti, ricada sul vostro capo proscritto: sì, proscritto poichè da quel giorno di sempre infame memoria, voi non avete più patria, non avete congiunti, per voi si è chiusa la porta di quel tetto ospitale che benefico accolse i vostri primi vagiti…Pure se un deplorabile errore, se un momentaneo accecamento vi spinse, se sedotti ma non corrotti voi assisteste cooperatori a quella scena di orrore, pentitevi, siete ancora in tempo, quantunque offesi, quantunque ancora indignati, le braccia dei vostri fratelli sono ancora aperte per voi. Un amoroso compatimento, un generoso perdono, un virtuoso oblìo del passato vi attende, ove voi rientrati in voi stessi, siete decisi a ritornare soldati cittadini, a ripararvi sotto il patrio stendardo, a lavare col sangue quando le patrie sorti il richiedono, quella marca di ignominia che il mal sparso sangue vi impresse…Ma se il vostro cuore indurito, se palpita di turpe gioia al luccicare dell’oro compratore all’infame anima vostra, allora la maledizione della vostra Patria piombi sopra di voi con l’intero suo peso e l’ira di Dio vendicatrice dello spergiuro, del parricidio, turbi perenne la vostra irrequieta e raminga e vituperata esistenza.

” Decidetevi: il giorno 15 maggio diede un termine alle ambagie, alle mene tortuose, ai tenebrosi raggiri; svelò alla fine gli arcani politici che da 4 mesi hanno pesato sui nostri destini.Ogni risolutezza ora diviene criminosa; se volete mostratevi veri figli della Patria, rapidi accorrete al suo appello: le file dei vostri fratelli si apriranno per voi.Se poi seguir volete ad ascrivervi fra suoi nemici, servite pure da vili strumenti ai carnefici suoi.

” A voi la sollecita irretrabile scelta. 

“Catanzaro 24 maggio 1848 _ Comitato di Salute Pubblica della Calabria Ulteriore Seconda”.

Detto Comitato emise inoltre dei bullettini con i quali dettò ai vai Comuni disposizioni sulla Costituzione di Comitati Comunali e su norme da osservare . Ecco in succinto qualche deliberatio:

“Bullettino N. 1 in data 4 giugno 1848″: si è occupato della diffusione di vari principali oggetti deliberando che ogni distretto doveva spedire uno o due individui per essere rappresentato; che i principi fondamentali del Comitato consistevano nel mantenimento dell’ordine pubblico; che la Guardia Nazionale di Nicastro doveva trasportare in Catanzaro 7 pezzi di cannone esistenti in Gizzeria e Capo Suvero; di costituire i Comitati circondariali e comunali; ecc.;

” Bullettino N. 2 in data 5 giugno “: disposizioni di ordini militari.

Tra i molti altri bullettini e documenti emessi dal suddetto comitato, c’è stata una lettera diretta ai Monteleonesi del tenor seguente:

” Cittadini e fratelli,

” Voi primi a sentire fra i Calabresi la somma dei mali che una mano di ferro vorrebbe far gravitare sull’infelice vostra patria;voi ai quali toccò la dura sorte di dover prestare ospite tetto ai fratricidi soldati; voi abbiatevi i voti benevoli e le simpatie di tutti i Calabresi vostri fratelli.Una forza superiore alla quale non era certamente in voi il potere di opporvi, ha occupato le vostre mura siate certi che ognuno ha reso e rende giustizia ai vostri onorati e patrii sentimenti. Tutti i buoni calabresi deplorano nel fondo del cuore la dolorosa non meritata vostra posizione; tutti anelano il momento di potervelo rivelare: Monteleonesi, costanti durate, da generosi agite, da virtuosi sperate: l’occhio affettuoso dei vostri fratelli non sa dipartirsi da voi;forse non è lontana l’ora felicee desiata cotanto di poterci riabbracciare fortunati all’ombra della costituzionale libertà. Monteleonesi, riscuotetevi e siate pronti; il braccio dei vostri fratelli è per voi.

“Catanzaro 19 giugno 1848″.

…………………………………………………………………………………………………………………………………………….

“Catanzaro 20 giugno 1848, Bullettino N. 6:

“Con staffetta giunta ieri sera spedita dal Conte Ricciardi è stato partecipato il fausto avvenimento del seguito sbarco in Paola di una colonna di nostri fratelli di Sicilia che accompagnati da vari pezzi di artiglieria, animosi vengono in nostro soccorso…

“Una staffetta giunta dal campo di Curinga informa che in un legno ancorato nel mare di Pizzo vi erano 30 barili di polvere;( il legno giaceva poco discosto dal Pizzoe precisamente nei pressi di S. Venere ed aveva il nome di Bove) detto legno doveva muovere per Scilla. La notte del 13 al 14 giugno fu assalito da uina squadra di 18 Guardie Nazionali condotte dal prode cittadino D. Pasquale Musolino che, disarmata la ciurma, si impadronirono di N. 5 fucili e di 25 barili di polvere non potendone contenere più il piccolo scafo su cui eransi imbarcati:

“…I nostri prodi guadagnarono il campo in Curinga, seco recando la polvere in barili 25 e i cinque fucili”.

Molti altri documenti furono sequestrati o contestati agli accusati in oggetto. 

LA GRAN CORTE

 

ha pertanto condannato:

…Francesco Pristipini, Giuseppe D’Onofrio alla pena di anni 25 di ferri;

…Michele Vonella e Gregorio Cimino ad 1 anno di prigionia;

….Pristipini, D’Onofrio alla malleveria di ducati 500 per i successivi anni 3;

Cimino, Vonella e…alla malleveria di ducati 100 per i successivi anni 3:

tutti alle spese di giudizio.

Fatto a Catanzaro il 15 maggio 1851.

 

 

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PROCESSO A CARICO DI:

 

Luigi Signorelli di Giuseppe di Girifalco

accusato di:

1)      attentati contro la sicurezza interna dello Stato al reo fine di proclamare la repubblica;

2)      infrazione di stemma Reale situato in luogo pubblico con approvazione del Governo per solo disprezzo;

3)      altri reati comuni.

LA GRAN CORTE

 

ha condannato Luigi Signorelli alla pena di anni 8 di ferri e alla malleveria di ducati 100 per i successivi anni 3 ed alle spese di giudizio.

Fatto a Catanzaro il 4 giugno 1851.

 

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PROCESSO A CARICO DI:

 

Nicola Arone fu Salvatore da S. Caterina domiciliato a Girifalco accusato di:

1)      associazione illecita con vincolo di segreto sotto il titolo di “Gioventù Italiana e Fratellanza” organizzata per coospirare contro la sicurezza interna dello Stato e proclamare la Repubblica;

2)       attentato contro la sicurezza interna dello Stato con arruolamento in bande armate al fine di distruggere e cambiare il Governo;

3)       reiterazione di due misfatti.

FATTO

Nel mese di febbraio 1848, a premura del defunto D. Francesco Magno Oliverio e di Francesco Pristipini, già giudicato da questa Gran Corte, si formò in Girifalco una Società col vincolo segreto e i membri che la componevano si riunivano alla macchina del Magno Oliverio. Per indurvi i soggetti a farvi parte, promettevano loro protezione, rispetto, divizie, col saccheggio e divisione delle altrui proprietà.

Quella Sociertà segreta non aveva capi o direttori, ma i soli Magno Oliverio e Pristipini la regolavano.Aveva nome di “Gioventù Italica e Fratellanza” e gli iscritti, davanti a un Crocifisso toccando la punta di una spada, giuravano il segreto; colà si trattava sul rovescio del Governo e di saccheggiare le proprietà per dividerle. Il segno convenzionale fra loro era ” lo strofinio nell’occhio destro in tempo di giorno e in tempo di notte di dimandare: ove vai? ” La risposta era ” alla cucina”; l’altro rispondeva ” io vado a mangiare”; la loro chiamata portava il segno” stasera ai fornelli “.

Faceva parte di questa l’accusato Nicola Arone e quella setta perdurò fino alla disfatta di Filadelfia. Si concluse la spedizione di truppe al detto campo sotto il comando del capitano Magno Oliverio, anche per opera dell’Arciprete Angherà che a suo tempo si era recato a Girifalco.

La prima spedizione fu di 50 uomini ed una seconda fu mandata in seguito.

Avvenuta la morte del Magno Oliverio nel campo suddetto 3 giorni prima dell’attacco delle regie truppe, la banda dei rivoltosi fece ritorno in patria comandata da Arone.

Arone si presentò volontariamente e disse di essere stato forzato a partecipare dall’Arciprete Angherà il quale diceva che “avrebbe fatto arte di tutto se non fossero partiti”; di essersi messo al comando di D. Vitaliano De Riso, fratello di D. Francesco ;

di essere ritornato il 23 giugn, 4 giorni prima del combattimento; 

LA GRAN CORTE

condanna:

Nicola Arone alla pena di 25 anni di ferri e alla malleveria di ducati 100 per i successivi anni tre, più le spese di giudizio.

Fatto a Catanzaro il 19 novembre 1852.

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PROCESSO A CARICO DI:

 

1)      Gaspare Autelitano del fu Bonaventura da Girifalco

2)      Salvatore Maccarone fu Pietrantonio, fisico di Girifalco

accusati di:

1)      associazione illecita col vincolo di segreto sotto la denominazione di Gioventù Italica e Fratellanza organizzata per coospirare contro la sicurezza interna dello Stato e proclamare la repubblica;

(solo Autelitano)

2)      di provocazione di reati contro lo Stato con discorsi in luogo pubblico ad oggetto di distruggere e cambiare il governo;

3)      di asportazione di armi vietate senza licenza;

4)      reiterazione di due misfatti.

FATTI

In febbraio del 1848 veniva organizzata in Girifalco una Società con il vincolo di segreto, da D. Francesco Magno Oliverio e da D. Francesco Pristipini. I componenti ammontavano a 100 e successivamente a più centinaia. Si riunivano in tempo di notte nel frantoio del Magno. Gli iscritti dovevano giurare, toccando una spada, davanti un Crocifisso. La Società veniva denominata “Gioventù Italica e Fratellanza”; promettevano protezione “non senza disonorare le famiglie”.Lo scopo era quello di proclamare la repubblica e rovesciare il Governo e comunicavano con segni convenzionali. Magno Oliverio fu ucciso nel campo di Filadelfia dal fratello dell’accusato Autelitano. Il genitore dell’ucciso denunciava la setta asserendo che essendo l’Autelitano Sindaco ed il Maccarone Decurione, invece di curare l’ordine politico, coadiuvavano il trambusto politico.

L’Autelitano inoltre incitava e minacciava i soggetti a partire pei campi dei rivoltosi in Filadelfia dicendo che il rifiuto sarebbe stato punito con l’incendio delle loro case. Circa 50 soggetti partivano ed altri venivano richiesti dall’Autelitano anche per iscritto. I primi partirono sotto il comando di Magno Oliverio che poi venne ucciso, come si è detto.

Gli imputati venivano inoltre incolpati, da Domenico Magno Oliverio, di aver parlato male del Re e di chiamarlo col nome “Marianello”.

Fu contestato all’Autellitano il porto d’armi senza prescritta autorizzazione. Il Maccarone si dichiarava innocente ( vedi processo Arone)

LA GRAN CORTE

 

condanna Gaspare Autelitano alla pena di 7 anni di ferri e ducati 100 ecc. Assolve Salvatore Maccarone.

Fatto a Catanzaro il 6 dicembre 1852.

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SOCIETA’ SEGRETA COSTITUITA DAI PATRIOTI GIRIFALCESI

 

” GIOVENTU’ ITALIANA e FRATELLANZA” i cui componenti si davano convegno nel frantoio di Magno Oliverio sito nell’ex Palazzo Ducale e al frantoio della famiglia Fiore in ctr Castaneto

 

TOPONOMASTICA CITTADINA

 

 

Corso Giuseppe Garibaldi

Piazza Risorgimento

Piazza Vittorio Emanuele

Via F.lli Bandiera

Via F.lli Cairoli

Via Cavour

Via Nazario Sauro

Via Enrico Toti

Via Trento e Trieste

 

Elenco dei Girifalcesi che presero parte ai ” MOTI del RISORGIMENTO ITALIANO”

 

Amato Filippo, Arone Nicola, Autelitano Francesco, Autelitano Gaspare, Autelitano Giuseppe, Basile Pietrantonio, Bellino Saverio, Bonelli don Raffaele, Bonelli Saverio, Buffa Giuseppe, Calabretta don Giambattista, Catalano Filippo, Catalano Francesco, Catalano Giuseppe, Ciampa Domenico, Ciampa Francesco, Ciampa Giuseppe,  Cimino Antonio, Cimino Domenico, Cimino Felice, Cimino don Francesco, Cimino Gregorio, Cimino Michele, Cimino Rocco, Cimino don Vincenzo, Cimino Vito, Conte Saverio, Cristofaro Cesare, Cristofaro Cesare, Cristofaro Pasquale, Cristofaro Saverio, Cristofaro-Bellino Saverio, Cristofaro-Catizzone Luigi, Defilippo Giovanni, Defilippo Pietrantonio, De Stefano Giuseppe, De Stefano Vincenzo, D’Onofrio Giuseppe, D’Onofrio Saverio, Ferragina don Pasquale, Ferraina Domenico, Ferraina Tommaso, Ferraina-Polipo Gregorio, Ferraina-Polipo Rocco, Ferraro don Tommaso, Fodero Saverio, Fragola Vito, Gangale Salvatore,  Giglio Baldassarre, Giglio Domenico, Giglio Francesco, Giglio Giuseppe, Giglio Vincenzo, Greco Crisostomo, Iacopino Vito, Jozzi Domenico, Jozzi Francesco Maria, Jozzi Giuseppe, Loiarro Paolo, Loiarro Vincenzo Longo Raffaele, Lo Prete Bruno, Luca Michele, Maccarrone Francesco, Maccarrone Giuseppe, Maccarrone Luigi, Maccarrone Salvatore, Oliverio Magno, Marinaro Francesco, Marinaro Giovanni, Marinaro Michele, Marinaro Raffaele, Marinaro Rocco, Marra don Gennaro, Marra Raffaele, Mazza Annibale, Migliaccio don Domenico, Migliazza Tommaso, Milino Giovanni, Misdea Pietrantonio, Palaia Rocco, Pititto Salvatore, Pititto Salvatore, Pristipini Francesco, Procopio Paolo, Procopio Saverio, Quaresima Annibale, Quaresima Saverio, Riccello Giovanni, Riccio Giacomo, Riovecchio Vito Carmine, Risone-Piccione Michele, Rizzello Salvatore, Rondinelli Antonio, Rugieri Francesco, Salvia Vitaliano, Saraceno Giovanni, Saraceno Luigi, Scamarcia Raffaele, Scicchitano Felice, Scicchitano Saverio, Scicchitano-Chiodo Luigi, Sergi Salvatore, Sergio Sebastiano, Signorelli Luigi, Signorelli Saverio, Spagnolo Costantino, Spagnolo don Leopoldo, Strumbo Domenico, Tedesco Rocco, Tolone Annibale, Tolone Raffaele, Tolone Saverio,Vaiti Giuseppe, Vaiti Luigi,Vitaliano Emanuele, Vonella Michele, Zaccone Domenico, Zafaro Giuseppe. (centodiciannove )

 

Fonti:

G.Boca,Contributo della Calabria al Risorgimento Italiano, Grafica Reventino Editrice.

Ernesta Bruni Zadra, Memorie Di Un Borbonico, Ed.ABS Reggio Calabria.

G.Valente, Dizionario dei Luoghi della Calabria, Ed. Frama’s Chiaravalle Centrale

 

Categorie: Società civile
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