Non vantava titoli accademici, non aveva ricoperto cariche pubbliche, ma la notizia  della sua scomparsa, avvenuta il 12 luglio 2010, da persona a persona ben presto si diffuse per tutto il paese. Prova ne fu l’andirivieni di estimatori, di conoscenti e di amici che nei due giorni di veglia della salma in casa  accorsero per rendere omaggio alla memoria dell’estinto ed esprimere alla famiglia i sentimenti  di affettuosa vicinanza nella triste circostanza.

Parliamo di Pietro Zaccone, una persona rispettabilissima che godette della stima della comunità girifalcese per la sua serietà, per il suo profondo senso del rispetto verso gli altri, per la sua cordialità, per il culto del lavoro a cui dedicò la sua esistenza!

Cosa fece di particolare Pietro Zaccone, quale attività svolse da porsi all’attenzione di tutti e meritare l’ammirazione del paese?

Per il “Fisco” era titolare di una “Industria Boschiva” e per gli “Enti Previdenziali ed Assistenziali” un datore di lavoro.

Eufemismi dei nostri tempi con i quali ricorrendo ad un nominalismo oggi di moda vengono ammantate determinate e faticose attività, ma la loro essenza, la loro originalità, nonostante tutto, rimane inalterata!

Pietro Zaccone era, absit iniuria (a nobis), …un taglialegna!, certamente non nelle vesti del personaggio di Esòpo! Comunque l’attività che svolgeva si configurava e si configura nel primo anello della filiera della lavorazione e trasformazione del legno.

L’abbiamo fisso nella mente a cavalcioni del suo motoscooter, “un galletto”, incappucciato e stretto nell’impermeabile per ripararsi dai rigori della stagione inclemente, rincasare dopo essere andato su e giù per i sentieri delle nostre contrade i cui più remoti ed impervi recessi gli erano familiari e le cui verdi chiome vide, ad alterni cicli, innalzarsi verso il cielo  ed abbattersi al suolo sotto i colpi della sua rilucente scure!

Il successo, l’affermazione che conseguì nella nostra comunità non gli furono in dipendenza di colpi di fortuna, o di qualcos’altro di inopinato. Pietro Zaccone si guadagnò tutto sul…campo con il duro lavoro delle braccia, lubrificato (!) dal sudore della fronte. Fu come  “il servo buono e fedele” e come tale andava tesaurizzando giorno dopo giorno il frutto del suo faticoso lavoro che quotidianamente svolgeva per le impervie contrade. Nello svolgere la dura attività Pietro Zaccone, lavoratore in mezzo ai lavoratori,  si avvaleva, sì, delle prestazioni di altri lavoratori, ma con i quali non intercorsero mai rapporti di dipendenza, se non quelli di collaborazione, avendoli trattati sempre da pari a pari e non negò mai loro la giusta mercede!

Pietro Zaccone era una persona cordialissima, aperta e disponibile con tutti. Una persona rispettosa, semplice ed umile! In lui non albergavano sentimenti di superbia! Sia che si trovasse dinnanzi a giovani o adulti, a titolati o non, Pietro Zaccone era pronto al saluto, in particolare a porgerlo, tanto che sovente ci si sentiva in disagio in quanto era lui a precedere in tale atto di cortesia e di amicizia!

Da queste colonne a Mariuzza, la fedele ed affettuosa sposa, ai figli, il Rag. Francesco e la Maestra Rosina con le rispettive famiglie, ai parenti tutti rinnoviamo le nostre sentite condoglianze.

Categorie: Non dimentichiamo
Puoi seguire qualsiasi risposta a questo elemento attraverso il feed RSS 2.0. Sia i commenti che i ping sono attualmente disabilitati.
Un commento
  1. Antonio Tolone scrive:

    In queste circostanze si rischia di cadere nella banalità, Lei non lo ha fatto e a parer mio è stato in grado di cogliere l’essenza dell’uomo.
    Leggere queste parole mi ha fatto piacere, pensare poi che a scriverle non sia un nipote che guarda e ricorda tutto con gli occhi dell’amore mi inorgoglisce.
    Sono stato fortunato ad avere un nonno come lui.
    Un grazie di cuore,
    Antonio Tolone.