La Chiesa di Santa Domenica

In fondo a Via F.lli Bandiera sorgeva una Chiesetta dedicata a Santa Domenica, la Santa che durante la persecuzione di Diocleziano subì il martirio a Nicomedia, l’attuale città turca di Izmit. Dell’edificio di culto oggi non si rinviene traccia.Unica testimonianza è data da una nicchia con l’immagine della Santa, incassata nella parete esterna di un’ abitazione, che secondo la tradizione faceva parte della chiesetta. La Santa, il cui culto fu introdotto durante il periodo greco-bizantino, godeva nel passato di  particolare venerazione. Nell’onomastica locale, infatti, il nome della Martire di Nicomedia ricorreva con frequenza sia nella forma completa, Domenica, sia in quella abbreviata, Minica, tratta dal corrispondente latino (Do) Minica. Con ogni probabilità la Chiesetta fu distrutta da eventi di cui non conosciamo la natura e in epoca anteriore ai disastrosi sismi verificatisi nel 1638 e nel 1783. Nelle Relazioni ad Limina precedenti ai predetti disastrosi eventi viene indicato un numero di chiese tale da indurci a ritenere non inclusa nel novero delle predette quella di Santa Domenica. La circostanza risulta confermata dalle cronache dell’epoca nelle quali non troviamo alcun riferimento relativo alla Chiesetta di Santa Domenica. Lutius de Urso nella sua cronaca riferisce  che nel 1638 a Girifalco ” la terra si fracassò e particolarmente una torre altissima di fabrica assai antica; in una delle due parti della Terra si è spezzato il monte e fatta apertura e molti cittadini hanno fatto le case in altro luogo…in questo 27 marzo rovinò con la morte di 50 persone ordinarie.” Ancora. Nella “Lista di carico” che all’indomani del terremoto del 1783 fu redatta per conto della Cassa Sacra leggiamo, infatti, che ” la Chiesa è diruta da fondamento senza materiale di sorta“. E’ vero che per favorire la ricostruzione delle abitazioni private fu impedito che alcuni edifici  di culto venissero riedificati, ma è inverosimile che con tanta sollecitudine si sia fatto uso, da parte dei privati, del materiale che sarebbe appartenuto alla Chiesetta di Santa Domenica, posto che fosse stata distrutta dal terremoto del 1783.Certamente le condizioni economiche del tempo, aggravate dalle conseguenze del disastroso sisma, non favorirono una sollecita ripresa. A riprova della nostra tesi vi è, ancora, il verbale che con dovizia di particolari, subito dopo il terremoto, redasse l’Arciprete Bova. Nel documento la Chiesetta di Santa Domenica non viene affatto menzionata. Perchè i lettori ne prendano diretta visione, riportiamo quanto abbiamo letto presso l’Archivio di Stato di Catanzaro ( pag. 497):

“II^ da Fabriche”

Cappella di Santa Domenica

Luogo di casa diruta

Nel disimpegno si dice che questa cappella possiede un luogo di casa diruta dal tremuoto che solleasi affitare 6 annui ducati.

Chiesa di Santa Domenica

La detta Chiesa nella descrizione delle fabriche dei Luoghi pii di Girifalco, fatta per ordine della Giunta da D. Gaetano Cannatelli così si descrive.

“Chiesa di Santa Domenica. E’ diruta parimenti da fondamento senza materiale di sorta alcuna lunga palmi 40, e lunga palmi 20 .”

Da quanto sopra esposto si evince che la Chiesa di Santa Domenica sia realmente esistita, ma non conosciamo l’epoca in cui fu rasa al suolo.

Pubblicazioni e Fonti di riferimento

-Lutius de Urso in Luoghi Sismici di Calabria di G. Boca (pag. 218);

-Progetto di Educazione Ambientale -Scuola Materna ed Elementare di Girifalco- A.S. 1995/96;

-Pagine Bianche Giugno 2001;

-Relazioni ad Limina dei Vescovi della Diocesi di Squillace (Archivio Segreto Vaticano);

-Verbale redatto dall’Arciprete Bova all’indomani del sisma del 1783 (Archivio Parrocchiale di  Girifalco);

-Lista di Carico riferita al sisma del 1783 (Archivio di Stato di Catanzaro).

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